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"Se non mi chiedi scusa, non ti dò la mano"

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Almeno una volta nella nostra vita avremo pronunciato questa frase verso un bambino. Almeno una volta l'avremo anche sentita pronunciare dai nostri genitori. Quale emozione ha suscitato in noi? Come ci siamo sentiti da bambini quando ci è stato negato qualcosa in cambio di una parola di cui non sapevamo neanche il significato? In età infantile e in età prescolare, i bambini non hanno ancora acquisito le capacità cognitive per comprendere gli stati mentali dell'altro. Queste insorgono intorno ai 4 anni. I bambini imparano per imitazione e "facendo" esperienza in famiglia o con i pari, nei contesti sociali in cui sono inseriti. I bambini non sfidano nè manipolano l'adulto, in quel "momento" non hanno le capacità per fare quello che gli viene richiesto dall'adulto di riferimento o quello che l'adulto si aspetta che il bambino faccia. Non dimentichiamo che... ogni bambino ha un suo tempo e un suo temperamento. Non a caso, capita che superata

"Ma perchè mio figlio non rispetta le regole?"

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Dottoressa ma perchè mio figlio non riesce a rispettare le regole a casa o fuori casa?" Questa è una delle domande più gettonate che mi viene posta in studio. I fattori da considerare sono tanti, i caratteri dei bambini sono differenti e anche le abitudini familiari variano da famiglia a famiglia. Un' aspetto da non tralasciare è osservare quali sono le regole che i bambini fanno fatica a rispettare e come sono state stabilite, per es. se sono state spiegate, se sono state imposte, se vengono date ma poi non vengono rispettate in primis dagli adulti. Una cosa importante da non dimenticare è che i bambini apprendono principalmente dall'imitazione. Se io adulto non offro la possibilità al bambino di osservare quel comportamento, di rifarlo e anche di sbagliare facendo, non posso pretendere che il bambino possa essere in grado di farlo al primo colpo. Inoltre l'errore più comune che noi adulti commettiamo nei confronti dei bambini è "ragionare da adult

Nostro figlio chiede di parlare con una psicologa, perchè non con noi genitori?

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Molto spesso i genitori riferiscono che i loro figli in età adolescenziale, richiedono di parlare con un* psicolog*. Molto spesso si rimane sorpresi di fronte a questa richiesta... perchè? Come reagireste se vostr* figli* vi dicesse che vuole parlare con l'insegnante di italiano, di musica, l'allenatore sportivo? Sicuramente non rimarreste sorpresi, ma trovereste la richiesta "normale". E perchè con l* psicolog* non lo è? L* psicolog* è una figura professionale che si occupa della salute mentale e del benessere dell'individuo. Garantisce uno spazio protetto,esente da giudizi, in cui l'individuo può fare esperienza di ascolto, di sostegno e di cura. Lo spazio psicologico anche in età adolescenziale, permette di fare "esercizio" di ascolto e di comunicazione con una persona estranea agli ambienti con cui l'adolescente si relaziona, permettendogli di dare spazio alle emozioni, ai sentimenti e ai vissuti che fanno fatica a

Procrastinazione... difficoltà o pigrizia?

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Questo posso farlo domani! Questo non mi va di farlo oggi, tanto ho ancora tempo! Quanti di voi almeno una volta hanno detto queste frasi? Se stai leggendo questo articolo è perchè anche a te sarà capitato. La procrastinazione è un processo che spesso viene associato alla pigrizia, alla "non voglia", alla "noia", nel fare determinate cose, sopratutto quelle che ci risultano pesanti. La procrastinazione è un processo che noi adulti conosciamo benissimo, perchè viviamo in una società che ci porta ad essere sempre "sul pezzo", sempre "attivi". Siamo chiamati a dare il massimo delle nostre energie, ma non siamo abituati a ritagliarci altrettanti momenti per ricaricarci. Ma cosa si nasconde dietro la procrastinazione? Ritardare volontariamente un impegno comporta un piacere di breve durata di cui la persona beneficia. A lungo andare però, a livello emotivo, si può provare ansia e incapacità di pensarsi nel futuro: non sapers

Mamma, papà, ho paura!

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"Mamma, papà, ho paura!" Quante volte come genitori, educatori o parenti, abbiamo sentito dire almeno una volta dai bambini questa frase. Ci sono bambini che manifestano la loro paura in modo evidente: si nascondono,si attaccano alle gambe dei genitori, piangono, si oppongono e non riescono a tranquillizzarsi subito. Ci sono però altri bambini che non riescono ad esprimere la paura attraverso le parole e lo fanno con comportamenti che non permettono a loro e neanche ai loro genitori di vivere al meglio la quotidianità, ad es. a scuola, al parco, dal dottore, ecc. I bambini iniziano a fare esperienza dell'emozione della paura nell'infanzia: la separazione dalla figura genitoriale, il nido o la scuola dell'infanzia, il buio, i mostri... Sentono l'emozione della paura in modo molto più amplificato rispetto a noi, perché la provano ma non sanno ancora come affrontarla, non hanno ancora gli strumenti necessari per comprenderla. Alle volte, adottando diverse s

Siamo sicuri che non sia ansia?

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" No, ma io non ho mai sofferto d'ansia è impossibile che mi sia venuta ora, io non ho paura di nulla". La paura è una delle emozioni primarie, è innata ed è stata riscontrata in tutte le popolazioni. Tutti la proviamo con maggiore o minore intensità, per questo ognuno di noi la sente e la vive in modo diverso. Nel corso della nostra vita siamo chiamati a vivere molteplici esperienze con persone diverse, in ambienti diversi. Alle volte però, viviamo situazioni che possono rivelarsi spiacevoli, come la fine di un percorso di formazione, una separazione, un lutto, la fine di una relazione, un trasferimento. In tutte queste situazioni noi possiamo decidere di agire in due modi: vivere consapevolmente quel momento , condividendo emozioni e sentimenti che ne derivano oppure passivamente , facendo finta di nulla e ripetendoci nella mente " tanto prima o poi passerà". Quel prima o poi però non sempre passa...anzi...alle volte peggiora perchè non gli viene dato i

L'ansia che ti logora dentro

"Sto così in ansia che non ho tempo e voglia di sistemarmi, tanto non serve a niente". Questa frase me la sono ripetuta così tante volte in testa, da farla divenire la realtà dei fatti. All'inizio non me ne importava, ma quando ero fuori, mi sentivo così a disagio, così inadeguata, 10 mila passi dietro agli altri, che mi lasciavo logorare dalla paura. Ero sempre attenta ai bisogni altrui, e poco ai miei. Pensavo di nasconderla bene l'ansia ma lei si manifestava nel punto più debole: il corpo. Testa bassa, spalle e schiena chiuse, gambe e braccia incrociate, denti serrati. Lo specchio!? Non esisteva... troppo giudizio da parte mia. Poi però ho incontrato la stessa paura negli altri. Ho ascoltato e ho visto che non ero l'unica a provare quell'ansia e che non dovevo fare tutto da sola ma che potevo chiedere una mano a qualcuno. Se sei arriv* fin qui è perché anche tu ti senti addosso quella paura. Vorrei dirti che non devi liberartene ma imparare a guardarla. Que